Una mia cliente l’altro giorno mi ha chiesto se pensavo stesse attraversando una crisi esistenziale, visto che a 45 anni si sta domandando se il suo tempo nel ruolo e nel contesto in cui lavora sia giunto al capolinea.
Andiamo a vedere su Wikipedia il significato di “crisi esistenziale”:
“Un momento in cui un individuo si chiede se la sua vita abbia un significato, uno scopo o un valore.”
E chi non si è fattə delle domande esistenziali soprattutto in questi ultimi tre anni?
Qualcuno si sarà chiestə Chi sono? Perché sono qui? Cosa dovrei fare?
Altrə si saranno domandatə Come siamo arrivatə a questo punto? Cosa c’è che non va nel mondo? Abbiamo bisogno del capitalismo? Cosa c’è oltre la morte?
Nella nostra sessione abbiamo iniziato a lavorare sulla sua storia professionale mettendo al centro le parole “scelta” e “autenticità”.
Si impara molto dall’analisi della propria narrazione.
Si impara a prendersi in carico (e in cura) di tutto ciò che è stato e si è fatto, così da poter attivamente ri-disegnare il proprio futuro professionale con uno sguardo più libero da pregiudizi e stereotipi.
Raccontarsi porta alla scoperta della possibilità di scegliere nuovi ruoli, nuovi obiettivi e di accrescere la propria autostima.
Praticamente è come tirare un bel respiro di sollievo e fare pace con se stessə, con la vita.
Gran parte della nostra sofferenza sul lavoro e nella vita, che può portare ad uno stato d’ansia o a momenti di crisi, deriva dalle scelte che abbiamo fatto o non fatto, dalle esperienze che abbiamo abbandonato a malincuore o non reputato utili in quel momento e da quanto abbiamo preso le distanze da noi stessə nella fretta di “fare”.
E qui è importante che ci portiamo a casa un concetto fondamentale:
le decisioni che prendiamo, possiamo cambiarle
Viva l’autodeterminazione! Prendiamo le decisioni che vanno bene in quanto migliori per noi ed è solo a noi che dobbiamo rispondere.
Ecco alcuni dei passaggi che abbiamo esplorato nella nostra sessione e che potrebbero aiutare la mia cliente a superare questo momento di crisi:
- Di cosa hai bisogno per smettere di “fare” così da smettere di evitare di “stare” con te stessa?
- Nel ripercorrere il tuo percorso professionale, quali sono stati i momenti di maggiore soddisfazione, in cui ti sei sentita perfettamente allineata con tue scelte, i tuoi bisogni e le tue emozioni? Come è stato possibile quel processo? Di che tipo di opportunità si trattava? Era un’idea nuova?
- A volte siamo tanto nella “nostra testa”, che ci porta a rimanere bloccate nel rimuginio di emozioni spiacevoli. In questo caso possiamo usare il corpo e riportare l’attenzione sui piccoli movimenti che facciamo durante la giornata. Allenati con pazienza a “sentire” quello che c’è.
Spero che questi piccoli suggerimenti possano essere anche per te di supporto nell’affrontare un momento di paura e di transizione.