Massimo mi ha contattata qualche mese fa, in piena crisi professionale. Era un ingegnere brillante, appassionato di tecnologia e problem solving, con un talento straordinario per individuare soluzioni innovative. Dopo anni di dedizione al suo lavoro, la sua azienda gli aveva offerto una promozione importante: diventare responsabile di un team. Un riconoscimento meritato, una progressione naturale nella sua carriera…almeno sulla carta.
Eppure, anziché essere entusiasta, Massimo si sentiva oppresso. “Non voglio gestire persone”, mi ha detto alla nostra prima sessione di career coaching e counseling. “Non è il motivo per cui ho scelto questa carriera.”
Il Peso delle Aspettative Aziendali
La frustrazione di Massimo non era un caso isolato. Molte aziende ancora oggi vedono la crescita professionale solo in verticale: chi vuole fare carriera deve inevitabilmente assumere un ruolo manageriale, indipendentemente dalle sue inclinazioni personali.
Massimo amava il suo lavoro proprio perché gli permetteva di immergersi in sfide tecniche complesse. Il pensiero di dover dedicare gran parte del suo tempo a riunioni, valutazioni di performance e dinamiche di team lo spaventava. Ma al tempo stesso, non voleva rinunciare a un riconoscimento del suo valore e a nuove opportunità di crescita.
Riconoscere il Proprio Valore Oltre la Gestione delle Persone
Nel nostro percorso di career coaching e counseling, abbiamo iniziato esplorando le sue paure e le sue motivazioni più profonde. Gli ho chiesto di riflettere su cosa gli desse energia e su quali fossero i momenti in cui si sentiva davvero realizzato. “Quando risolvo un problema complesso. Quando scopro qualcosa di nuovo che può cambiare il modo in cui lavoriamo”, ha detto.
Abbiamo lavorato sulla sua autostima e sulla consapevolezza del fatto che il valore di un professionista non si misura solo dalla capacità di gestire persone, ma anche dall’eccellenza nel proprio campo.
Abbiamo quindi esplorato la possibilità di un percorso alternativo: un ruolo che gli permettesse di continuare a innovare, senza dover necessariamente diventare manager.
Progettare un Percorso di Carriera su Misura
La svolta è arrivata quando Massimo ha iniziato a comunicare le sue esigenze in modo strategico. Invece di rifiutare la promozione, ha proposto un’alternativa: un ruolo di Senior Technical Expert, con maggiore autonomia sui progetti di ricerca e sviluppo, un riconoscimento economico adeguato e la possibilità di affiancare i team in veste di mentor tecnico, senza dover assumere un ruolo gestionale tradizionale.
L’azienda, inizialmente titubante, ha compreso il valore della sua proposta. Non solo perché trattenere un talento come Massimo era essenziale, ma anche perché offrire percorsi di crescita alternativi migliora il benessere, la produttività e la diversità di pensiero in azienda.
Cosa Possiamo Imparare dalla Storia di Massimo?
Massimo oggi è più soddisfatto del suo lavoro e il suo contributo all’azienda è cresciuto. Ma la sua storia ci insegna molto di più:
- La crescita professionale non deve essere uguale per tutti. Non tutti vogliono (o devono) diventare manager per fare carriera.
- Le aziende che riconoscono percorsi di sviluppo alternativi trattengono meglio i talenti e migliorano il benessere organizzativo.
- Esprimere con chiarezza le proprie esigenze professionali e costruire un dialogo con l’azienda può portare a soluzioni win-win.
Se anche tu ti trovi in una situazione simile a quella di Massimo e senti che il percorso tradizionale di crescita non ti appartiene, sappi che ci sono alternative.
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