Il segreto per trovare il lavoro giusto? Parti da te stessə

lavoro e amore

Ogni volta che ci troviamo a dover affrontare il tema della carriera, la domanda che ci facciamo è quasi sempre la stessa: “Cosa devo fare per trovare un lavoro che mi renda felici?”. Ma cosa succederebbe se ti dicessi che questa è la domanda sbagliata?

Non è il lavoro, sei tu

Spesso ci concentriamo così tanto sulla ricerca del lavoro perfetto che dimentichiamo il vero punto di partenza: noi stessə. La domanda giusta da porci è, in realtà, “Chi sono io?”. Solo una profonda conoscenza di noi stessə ci permette di capire cosa realmente vogliamo dalla nostra vita professionale.

Se non conosciamo chi siamo, come possiamo sapere cosa ci renderà felici? Non basta capire quali sono le nostre competenze o quali attività ci piacciono: la vera sfida è scoprire cosa ci muove, quali sono i nostri valori e desideri più profondi.

L’antica saggezza del “Conosci te stessə”

Non è una novità che la conoscenza di sé sia il punto di partenza di ogni successo. Gli antichi greci avevano inciso nel Tempio di Apollo a Delfi il famoso motto “Conosci te stessə”, un concetto che si ritrova anche in molte filosofie orientali. Ad esempio, nel pensiero buddista, si parla del sé come di un’illusione: la nostra vera essenza emerge solo in relazione allə altrə.

Questo significa che la nostra realizzazione professionale non può prescindere dal modo in cui ci relazioniamo con il mondo. Non è una questione di titoli, di successo o di status: la vera soddisfazione arriva quando riusciamo a esprimere chi siamo attraverso ciò che facciamo, in connessione con lə altrə.

L’importanza di amare ciò che fai: l’esempio di Perfect Days

Un esempio affascinante di come il significato del lavoro non dipenda dal prestigio o dalla complessità del ruolo, ma dal modo in cui lo si vive, ci viene dal film Perfect Days di Wim Wenders (2023). Il protagonista è un uomo che lavora pulendo i bagni pubblici di Tokyo. Per unə occidentale, potrebbe sembrare un lavoro umile e poco gratificante, ma il film ci mostra un’altra prospettiva: quelle giornate perfette sono fatte di quiete, gesti semplici e ritmi compassati, dove la cura con cui l’uomo esegue il suo lavoro trasforma anche la pulizia di un bagno in un atto di bellezza e significato.

Le toilette in cui lavora non sono banali: alcune sono tecnologicamente avanzate, altre di design straordinario, come quella con pareti trasparenti che diventano riflettenti quando si chiude la porta. Questo protagonista trova serenità e appagamento in un lavoro apparentemente poco attraente, ma che diventa magnifico perché vissuto con dedizione e amore per i dettagli.

Wim Wenders, insieme al co-autore Takuma Takasaki, ci offre uno sguardo sulla semplicità e sull’essenzialità di una vita che potrebbe sembrare banale, ma che invece è ricca di riflessioni e di emozioni. Il film ci invita a fare “pulizia”, non solo fisicamente ma anche interiormente, trovando spazio e silenzio per riconoscere la bellezza delle piccole cose che spesso ignoriamo nel nostro correre quotidiano.

La poesia delle piccole cose si svela piano piano, attraverso piccoli incontri, lievi contatti, e sobbalzi d’umore. In questo universo fatto di canzoni senza tempo e tecnologie antiche e avveniristiche, diventiamo noi stessə quellə che, pur sembrando solə, ha dentro di sé un mondo tenero e vivo. Il film ci tocca profondamente, pulisce il nostro sguardo e ci ricorda che anche noi possiamo illuminare la nostra vita e renderla meravigliosa. (Leggi qui la recensione di Giorgio Piccinino)

E se il tuo lavoro non ti soddisfa?

Se ti trovi in una situazione in cui il tuo lavoro attuale non ti permette di esprimere a pieno il tuo potenziale, forse è arrivato il momento di cambiare direzione. Se non riesci a fare il tuo lavoro con amore, forse non è il lavoro giusto per te. Questo non significa lasciare tutto senza un piano, ma riflettere su cosa realmente vuoi e come puoi fare per raggiungere un equilibrio tra chi sei e ciò che fai.

Di questo parlo nel mio corso gratuito “Come dare una nuova direzione alla tua vita professionale”, dove esploro come il lavoro possa avere un vero significato. Ma cosa significa davvero avere un lavoro che ha significato? E come possiamo trovarlo?
Nei vari episodi esplorero anche le cinque dimensioni principali che possono dare significato al lavoro: guadagnare soldi, ottenere status, fare la differenza, seguire le nostre passioni e usare le nostre capacità. Queste cinque forze motivanti rappresentano le basi psicologiche del perché facciamo ciò che facciamo.

Felicità e successo: non sono la stessa cosa

Molte persone pensano che il successo porti alla felicità, ma la realtà è spesso diversa. Inseguire il successo materiale—soldi, potere, status—può portarci su una strada che ci allontana dalle cose che realmente contano: le relazioni umane, la crescita personale e il farci contentə.

Al contrario, le ricerche dimostrano che le persone che perseguono la felicità nel lavoro sono quelle che poi ottengono anche il successo. Il segreto sta nel cercare di essere felici in ciò che facciamo, trovando il modo di eccellere e servire lə altrə attraverso il nostro lavoro.

Il lavoro è amore, e l’amore richiede eccellenza

Non esiste il lavoro perfetto. Esiste però la possibilità di fare il nostro lavoro con amore, dedizione e la volontà di migliorare sempre. Se mettiamo il cuore in ciò che facciamo, il successo non sarà lontano. E soprattutto, saremo davvero felici, non perché abbiamo raggiunto un determinato status, ma perché stiamo esprimendo al meglio chi siamo e stiamo facendo la differenza nella vita dellə altrə.

Ricordati: il primo passo per trovare il lavoro giusto è partire da te stessə.

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